Capitolo 15: Mano nella mano
La nuova settimana era cominciata, e con essa anche una nuova sfida. Akihiro e Aoi si ritrovarono ancora una volta davanti all’armadietto, quasi con il cuore in gola. Questa volta fu Aoi ad aprirlo, lentamente, quasi temesse ciò che avrebbe trovato dentro. Estrasse il foglietto con le mani lievemente tremanti, lo spiegò con delicatezza, e insieme lessero il contenuto.
-"Appuntamento. Dovrete tenervi per mano per tutta la durata."
Un silenzio imbarazzato calò tra loro. I loro occhi si incrociarono per un attimo, e subito si distolsero, come se quel breve contatto fosse stato troppo intenso da sostenere.
Fuori dalla scuola, mentre il sole ancora accarezzava i tetti con la sua luce calda, Aoi si avvicinò a lui, guardandolo di sfuggita. Le sue dita sfiorarono la mano di Akihiro, che sobbalzò come se una scarica elettrica lo avesse attraversato.
-"Dobbiamo... tenerci per mano," sussurrò Aoi, quasi più a se stessa che a lui.
Akihiro abbassò lo sguardo verso la sua mano e poi verso quella di lei. Era davvero possibile? Dovevano comportarsi come una coppia? Il cuore gli batteva all’impazzata. Devo farlo? pensava. Devo davvero?
-"Sei sicura?" mormorò, con la voce appena udibile.
Aoi annuì timidamente, lo sguardo fisso a terra. Le sue guance erano rosate, il respiro appena accelerato. Akihiro esitò. La mano gli tremava. Ma prima ancora che potesse muoversi, sentì la mano di Aoi stringere la sua con delicatezza. La sua pelle era calda, morbida... e quel semplice contatto sembrò fermare il tempo.
Camminavano vicini, in silenzio, con le dita intrecciate. Ogni passo faceva tremare il cuore. Non si guardavano, ma la consapevolezza della reciproca presenza era schiacciante. Erano davvero così vicini. Così uniti.
Mentre si dirigevano verso un negozio poco lontano, una voce familiare li colse di sorpresa.
-"Ehi ragazzi..."
Era Akari. Si avvicinava sorridendo, ma i suoi occhi, nell’istante in cui vide le mani dei due intrecciate, si spensero per un attimo. Si bloccò. Una fitta inspiegabile al petto la costrinse a rallentare.
-"Anche voi per mano?" chiese, cercando di sorridere, ma la voce tradiva un velo di confusione.
-"Eh? S-sì, fa parte della sfida..." rispose Akihiro, cercando di mantenere la calma.
-"Andiamo a fare un giro, stiamo cercando un negozio per completare la prova," aggiunse Aoi, con un tono un po’ più morbido.
Akari annuì piano. -"Capito... Buon divertimento."
Poi, senza aggiungere altro, si voltò e si allontanò in fretta, lasciando dietro di sé solo l’eco dei suoi passi.
Akihiro e Aoi si scambiarono uno sguardo. C’era qualcosa di strano. Perché Akari era andata via così all’improvviso? Perché non aveva nemmeno salutato?
Intanto, dietro un angolo, Akari si era fermata. Si era nascosta dietro un muro, e da lì osservava. Non capiva nemmeno lei perché lo stesse facendo. Era solo curiosità? Era qualcosa di più?
Il cuore le batteva forte. Non riusciva a smettere di guardarli. Quelle mani intrecciate... Quei sorrisi imbarazzati... Perché faceva così male?
Il negozio era piccolo ma ben fornito, illuminato da luci calde che creavano un’atmosfera accogliente. Appena varcata la soglia, Akihiro e Aoi si trovarono circondati da abiti colorati, accessori ordinati con cura e manichini sorridenti. Non erano lì per comprare davvero qualcosa, ma solo per portare a termine la sfida. Bastava fingere di essere una coppia in cerca di qualcosa da indossare per un appuntamento.
Akihiro osservava un vestito floreale appeso su una gruccia mentre Aoi si avvicinava a una gonna estiva, sorridendo tra sé. Sembrava a suo agio, come se quel piccolo gioco le stesse piacendo più del previsto. Lui, invece, cercava di mantenere il sangue freddo, ma ogni volta che sfiorava accidentalmente la mano di lei, il cuore gli saltava un battito.
Ma proprio mentre si muovevano tra le corsie, una voce familiare li sorprese:
-"Oh! Anche voi qui?"
Si voltarono di scatto, trovandosi davanti Souta e Ayumi. -"Souta! Ayumi!" esclamò Akihiro con un sorriso.
-"Ma che ci fate qui?" chiese Aoi, sorpresa.
Souta si grattò la nuca con un’espressione rilassata. -"Ci siamo incontrati per caso per strada... e quindi abbiamo deciso di fare un giro insieme."
-"Siete soli?" domandò Akihiro, incuriosito.
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Souta annuì. -"Sì, i nostri partner avevano altri impegni oggi."
A quel punto Aoi e Akihiro si scambiarono un’occhiata divertita. -"Allora unitevi a noi!" propose Akihiro, allargando le braccia in un gesto amichevole.
Ayumi, però, rimaneva silenziosa. Il suo sguardo era sfuggente, come se la presenza ravvicinata di Akihiro e Aoi le facesse male. I suoi occhi si soffermavano sulle mani dei due, ancora strette l’una nell’altra, e il suo sorriso era appena accennato, forzato.
Camminarono insieme tra le vetrine, chiacchierando e scherzando, fino a quando Aoi ricordò un dettaglio.
-"Ah, sapete che poco fa abbiamo incontrato Akari?"
-"Davvero?" chiese Souta, subito interessato.
Aoi annuì. -"Sì, ma è andata via quasi subito. Non sembrava molto dell’umore giusto."
Souta estrasse il telefono dalla tasca. -"Aspettate, le mando un messaggio. Magari è ancora in zona."
Si allontanò di qualche passo mentre digitava velocemente. I tre rimasero in silenzio per qualche istante, osservandolo con speranza. Poco dopo, tornò con lo sguardo un po’ deluso. -"Ha detto che è già tornata a casa. Sta completando la sfida per conto suo."
Un velo di dispiacere passò sui volti di tutti. Akari era sempre stata una presenza tranquilla, ma fondamentale. Sembrava strano non averla lì con loro.
Fu allora che Aoi, con uno sguardo acceso, ebbe un’idea. -"Ehi, ma mercoledì non abbiamo tutti una giornata libera? Perché non andiamo al mare, tutti insieme?"
-"Sì! Mi piace!" esclamò Souta con entusiasmo... forse troppo. -"Non vedo l’ora di vedere le ragazze in costume!"
Un secondo dopo, SBAM!
Un colpo secco atterrò sulla sua testa. Ayumi, arrossita fino alle orecchie, si era scagliata su di lui con un pugno preciso e implacabile.
-"IDIOTA!" sbottò, incrociando le braccia, mentre Souta si massaggiava il cranio con una smorfia.
Il gruppo scoppiò in una risata molto forte, sciogliendo la tensione in un attimo. Persino Ayumi, alla fine, si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
Akihiro guardò Aoi accanto a lui, le loro dita ancora intrecciate. E mentre ridevano insieme agli altri, sentì che quel momento, fatto di semplicità e calore, era proprio ciò che aveva sempre desiderato.
Uscirono dal negozio mentre il cielo iniziava a tingersi di sfumature dorate e rosate. Il tempo sembrava essersi sciolto tra le dita, e senza nemmeno accorgersene, i quattro si ritrovarono seduti su un prato tranquillo, immersi nella luce calda del tardo pomeriggio. La brezza era leggera, e portava con sé il profumo dolce dei fiori selvatici.
Akihiro e Aoi sedevano vicini, le mani ancora intrecciate. Nessuno dei due aveva il coraggio o la volontà di lasciarla andare. Il cuore di Akihiro batteva all’impazzata, ogni battito un tamburo nel petto. Si chiedeva come fosse possibile che una semplice mano potesse trasmettere così tanto calore... eppure quella di Aoi sembrava fatta apposta per lui: morbida, delicata, viva.
Dall’altra parte, Ayumi li osservava in silenzio. Il suo sguardo era fisso sulle loro mani, e dentro di sé una fitta di gelosia la pungeva. Non voleva ammetterlo, ma le dava fastidio. Tanto. C’era qualcosa in quella vicinanza che le dava la sensazione di perdere un’occasione, o forse qualcosa che credeva fosse solo sua. Eppure non disse nulla. Per ora.
A rompere la tensione, come sempre, ci pensò Souta, con la sua solita allegria contagiosa. -"Non vedo l’ora che arrivi mercoledì! Il mare, il sole, niente scuola! Ci divertiremo un sacco!"
Aoi si voltò verso di lui, il viso illuminato da un sorriso sincero. -"Anche io sono contenta... Sarà bello stare tutti insieme, lontani dai banchi."
Akihiro, però, non riusciva a concentrarsi sulla conversazione. Era ancora immerso nella sensazione della mano di Aoi nella sua, nel modo in cui lei la stringeva piano, come se avesse paura che potesse svanire. E proprio per questo, non voleva lasciarla andare.
Ayumi, con qualche secondo di ritardo, si unì con un sorriso forzato: -"Sì... anch’io non vedo l’ora. Sarà un’occasione perfetta per... stare insieme."
Le sue parole erano dolci, ma i suoi occhi tradivano una determinazione nuova. Guardava Akihiro come se stesse pianificando ogni sua prossima mossa. -"Devo fargli capire cosa provo. Devo fargli vedere che può innamorarsi di me," pensò. Mercoledì sarebbe stata la sua occasione.
Nel frattempo, Aoi abbassava lo sguardo di tanto in tanto, lanciando rapidi sguardi ad Akihiro. Le guance le si erano leggermente colorate. Non riusciva a calmare il battito del cuore era così forte che temeva lui potesse sentirlo solo tenendole la mano. Ma non voleva lasciarla. Non ora. Ogni singolo secondo a contatto con lui sembrava un sogno da cui non voleva svegliarsi.
Souta, intanto, armeggiava con il telefono, mandando un messaggio ad Akari per informarla della gita al mare. Rideva tra sé, già immaginandosi la scena: loro sei, in spiaggia, liberi e felici come non mai.
Il sole, ormai prossimo all’orizzonte, incendiava il cielo con colori caldi e avvolgenti. I quattro ragazzi si trovarono a fissarlo in silenzio, lasciandosi cullare dalla bellezza del momento. Il tramonto sembrava benedire quel piccolo frammento di vita, quel pomeriggio nato per caso ma che si era trasformato in qualcosa di prezioso.
E mentre le ultime luci del giorno danzavano sui loro volti, c’era una sola verità che univa i loro cuori: in quei giorni, in quelle sfide, in quei sguardi rubati... stavano cambiando. Stavano crescendo. E, senza rendersene conto, stavano imparando ad amare.
Tornato a casa, Akihiro si lasciò cadere sul divano con un lungo sospiro... ma non era stanchezza quella che gli pesava addosso: era felicità. Un sorriso beato gli aleggiava sulle labbra, lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse ancora stringendo quella mano così calda e dolce.
La porta della sua stanza si aprì pian piano, e una testolina curiosa sbucò da dietro l’angolo. -"Hai ricevuto un miracolo, per caso?" chiese Hana, con un'espressione divertita e gli occhi che brillavano di curiosità. -"Hai una faccia troppo felice per essere normale!"
Akihiro scoppiò a ridere, voltandosi verso di lei. -"Forse sì... forse oggi è successo davvero un piccolo miracolo."
Hana spalancò gli occhi, ancora più interessata. Si avvicinò di corsa, saltellando fino al divano. -"Che tipo di miracolo? Dai, racconta! è per caso una cosa romantica?!"
Akihiro si mise a sedere e la guardò con un sorriso sornione. -"Ricordi quel progetto a coppie di cui ti avevo parlato? Quello che durerà tutta l’estate...?"
Lei annuì con entusiasmo. -"Certo che lo ricordo! Non mi dire che... è successo qualcosa di interessante! Lo sapevo! Lo sapevo! Ora devi dirmelo!"
?Eh no,? rispose lui, incrociando le braccia. -"Non te lo dirò. è top secret."
?Eh?!? fece Hana, gonfiando le guance e lanciandosi su di lui come un missile. -"Sei un fratello cattivo! Cattivissimo!"
-"Ehi ehi! Non è vero!" protestò Akihiro ridendo, mentre cercava di difendersi dai piccoli pugnetti innocui di sua sorella.
Alla fine, Hana scese dal divano con una smorfia teatrale. -"Allora almeno cucinami qualcosa! Sto morendo di fame!"
Akihiro sospirò, ma il sorriso non lasciò mai il suo volto. -"Va bene, va bene... chef Akihiro è in servizio!"
E mentre si dirigeva verso la cucina, il pensiero gli tornò ancora una volta a quella mano stretta nella sua.
Sì... era davvero successo un miracolo.