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Capitolo 6: Mi piaci

  Capitolo 6: "Mi piaci"

  Domenica 30 aprile.

  La matita scivolava sul foglio con movimenti rapidi e nervosi, mentre gocce salate cadevano tra le righe già scritte. Ayumi trattenne il fiato, sentendo il nodo alla gola stringersi sempre di più.

  -"Mi piaci... Mi piace Akihiro. La nostra relazione è finita, ma io non volevo..."

  Si fermò un attimo, il petto che si alzava e abbassava velocemente. Guardò il diario aperto, le parole che si confondevano tra le lacrime. Chiuse gli occhi e riprese a scrivere con più forza.

  -"Oggi usciamo tutti insieme. Oggi è il giorno in cui Akihiro potrà avvicinarsi ad Aoi... e io? Io farò del mio meglio per aiutarlo. Il mio cuore piange. Il mio cuore soffre. Ma lui ama Aoi. E chissà, forse anche Akari."

  La mina della matita si spezzò di colpo. Un piccolo scricchiolio nel silenzio della stanza. Ayumi si fermò, le mani tremanti. Strinse la matita tra le dita, cercando di riprendere fiato.

  -"Quel giorno ho sofferto. Non volevo andarmene. Ma quelle parole... quelle parole mi hanno distrutta."

  Le mani le tremavano mentre voltava pagina, riprendendo a scrivere con foga.

  -"Tu mi piaci. E anche tanto."

  Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra. Si morse il labbro inferiore, cercando di soffocarlo.

  -"Se solo potessi tornare indietro... Forse quel giorno non avrei insistito per fare da guida. Forse non ci saremo mai conosciuti così bene... Forse sarebbe stato meglio."

  Il vento leggero filtrava dalla finestra socchiusa, facendo tremare le tende bianche. Ayumi si asciugò gli occhi con il dorso della mano e proseguì.

  -"Quella domenica ero la persona più felice del mondo. Mi sentivo in famiglia. Ma alla fine... è andata male. Pensavo di potermi avvicinare a te. Ma c'è Aoi. E se tu sei felice con lei... allora io... Io dovrei esserne felice, giusto? Lo spero... Forse."

  Si fermò, il cuore che batteva furiosamente nel petto. Il tempo inesorabile. Guardò l'orologio: le 10:30.

  Un sorriso amaro le increspò le labbra mentre voltava un'altra pagina.

  -"Quel venerdì... quello shopping... Tu mi hai vista in intimo. Sono diventata rossa, imbarazzata. E tu... eri nel panico. Si vedeva che però ci tenessi a me. Quel giorno, non volevo più tornare a casa. Ero felice. Ero con un ragazzo che avrei voluto per sempre al mio fianco."

  I minuti scorrevano, e le lancette dell'orologio segnavano le 10:40. Ayumi abbassò lo sguardo sul diario, le dita che stringevano la matita ormai consumata. Il cuore le martellava nel petto, ma non poteva fermarsi. Doveva scrivere. Doveva lasciare andare tutto ciò che la tormentava.

  -"Sai, Akihiro... ieri volevo venire a casa tua. Ci ho pensato a lungo... troppo a lungo. Volevo vederti, ma allo stesso tempo no. Volevo abbracciare Hana, trascorrere del tempo con lei, ma il pensiero di dover nascondere ancora i miei sentimenti mi ha travolta."

  Un sospiro tremante le sfuggì dalle labbra. Le lacrime minacciavano di cadere, ma si costrinse a continuare.

  -"Mi ero anche preparata, sai? Mi ero svegliata presto, avevo deciso di portare la colazione per tutti noi. Avevo scelto con cura ogni cosa, immaginando i vostri sorrisi. Ero pronta. Ma mentre camminavo verso casa tua... qualcosa dentro di me si è spezzato. Una sensazione fredda mi ha avvolta, come un vuoto incolmabile. La tristezza mi ha paralizzata, e non ce l'ho fatta. Non sono riuscita nemmeno a fare un passo in più."

  La punta della matita tremò contro il foglio. -"Scusami. Mi dispiace."

  Si fermò, lo sguardo fisso sulla carta ingiallita. Le sue mani erano fredde, le sue spalle pesanti.

  -"Ora quella colazione... è ancora qui con me. Non credo di riuscire a finirla da sola. Ma mi dispiace... mi dispiace davvero."

  Il suo sospiro si fece irregolare. Non voleva ammetterlo, ma il dolore era troppo forte.

  -"Ieri... ti ho mentito. Ti ho detto che i miei genitori sarebbero rimasti a casa, che avrei passato il tempo con loro. Ma era solo una bugia. Una stupida, inutile bugia."

  Un'altra lacrima cadde sul foglio, sciogliendo un po' dell'inchiostro. Ayumi chiuse il diario di scatto e se lo strinse al petto, mentre il tempo continuava a scorrere inesorabile.

  Fuori, il sole splendeva alto nel cielo limpido. L'aria profumava di primavera. L'appuntamento era vicino. Ayumi si asciugò il viso, prese un respiro profondo e si alzò.

  Doveva sorridere. Doveva farcela.

  Perchè oggi... oggi Akihiro avrebbe avuto la sua occasione con Aoi.

  Ayumi si sciacquò il viso con acqua fredda, cercando di cancellare le tracce delle lacrime. Mentre si vestiva, una voce inaspettata provenne da fuori.

  -"Ayumi! Ayumi!"

  Si bloccò. Il cuore le mancò un battito. Quella voce... non la riconobbe subito. Era ancora troppo immersa nella tristezza per ragionare. Ma un istante dopo, capì.

  Corse alla porta, ancora intenta a sistemarsi i vestiti, e aprì di scatto.

  Era Akihiro.

  Appena i suoi occhi incontrarono i suoi, il respiro le si mozzò in gola. Il tempo sembrò fermarsi. Istintivamente, chiuse la porta di colpo, il petto che si contraeva in un'emozione soffocante. Perchè era lì? Perchè ora?

  Si lasciò scivolare a terra, la schiena contro la porta, mentre le mani tremavano leggermente.

  -"Stupido... perchè continui a farmi questo?" sussurrò tra sè. I suoi occhi si inumidirono, ma si costrinse a ricacciare indietro le lacrime.

  Dall'altro lato, Akihiro bussava ancora.

  -"Ayumi? Va tutto bene?"

  Si morse il labbro, poi inspirò profondamente. Doveva rimettersi in piedi. Doveva rispondere.

  Dopo un attimo di esitazione, aprì di nuovo la porta. -"S-scusa..." disse con un sorriso forzato. -"L'ho chiusa così di colpo perchè... perchè non ero ancora pronta. Mi stavo ancora vestendo."

  Akihiro la osservò per un momento, poi abbassò lo sguardo imbarazzato. -"Ah... capisco. Scusa, non volevo disturbarti."

  Ayumi fece un passo indietro, cercando di calmarsi. -"Ma... cosa ci fai qui?" chiese cercando di suonare naturale, anche se dentro sentiva il cuore ribollire.

  Akihiro distolse lo sguardo, un leggero rossore sulle guance. -"Pensavo... di venire con te."

  Ayumi sentì un brivido correrle lungo la schiena. Di nuovo... perchè faceva così? Perchè continuava a trattarla in quel modo? Le domande le martellavano la mente, ma non poteva lasciar trasparire nulla.

  Forzò un sorriso. -"Capisco. Sono felice."

  Mentiva. Ma in quel momento non poteva dire altro.

  Si affrettò a sistemarsi gli ultimi dettagli, infilò le scarpe e, con un ultimo respiro profondo, uscì dalla porta. Fianco a fianco, Ayumi e Akihiro si incamminarono insieme, mentre dentro di lei il cuore continuava a gridare in silenzio.

  Mentre camminavano fianco a fianco, un silenzio sospeso avvolgeva l'aria tra loro. Solo il cinguettio degli uccelli e il lieve fruscio del vento tra gli alberi riempivano l'atmosfera, mentre le loro mani si sfioravano per brevi istanti, quasi per caso, come se un filo invisibile li legasse ancora.

  Ayumi abbassò lo sguardo sulle sue dita, che per un attimo avevano sentito il calore della pelle di Akihiro. Il cuore le battè più forte. Doveva chiederglielo. Quel pensiero l'aveva tormentata per troppo tempo, e se non l'avesse fatto ora, avrebbe continuato a consumarlo dentro.

  Inspirò profondamente, cercando di calmare il tremolio nella sua voce. Poi, con un leggero rossore sulle guance, si voltò verso di lui.

  -"Akihiro..."

  Lui si fermò, sorpreso, e i loro occhi si incrociarono. Un battito di ciglia, un istante sospeso. Ayumi sentì il fiato mozzarsi, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

  -"Cosa c'è?" chiese lui con un sorriso gentile, inclinando leggermente il capo.

  Lei si morse il labbro, cercando di raccogliere il coraggio necessario per pronunciare quelle parole.

  -"Perchè... perchè chiami me e Aoi per nome?" domandò infine, sentendo il viso scaldarsi.

  Akihiro rimase in silenzio per qualche secondo, come se non ci avesse mai realmente pensato prima. Poi, incrociando le braccia e alzando leggermente lo sguardo al cielo, rispose con semplicità:

  -"Non lo so... Credo che sia stato naturale fin dall'inizio. Quando vi ho conosciute, i vostri nomi mi sono rimasti impressi così tanto che non ho mai pensato di usare il cognome."

  Ayumi lo fissò, sorpresa dalla sua risposta. Così semplice, così spontanea... ma perchè il suo cuore faceva così male a sentirla?

  Abbassò lo sguardo, lasciando che un piccolo sorriso le sfiorasse le labbra.

  -"Io invece ho fatto fatica a chiamarti per nome..." ammise piano, giocherellando con una ciocca di capelli. -"In realtà lo facevo solo quando eri troppo imbarazzato per accorgertene..."

  Akihiro rise. -"Beh, sono felice che adesso lo fai senza problemi!" disse con un sorriso.

  Ayumi lo osservò, il cuore che le batteva forte nel petto. Non riusciva a smettere di guardarlo. E se solo...

  Poi, come un fulmine a ciel sereno, Akihiro aggiunse con leggerezza:

  -"Ah, sai? Anche Akari mi ha chiesto di chiamarla per nome!"

  Le parole colpirono Ayumi come una lama affilata. Il sorriso le si spense sulle labbra, mentre un gelo improvviso le percorse il corpo.

  Si sforzò di non far trapelare nulla. Strinse appena le mani a pugno, cercando di controllare il tremolio nelle dita.

  -"Capisco..." mormorò piano, con voce quasi impercettibile. Poi, sforzandosi di apparire tranquilla, aggiunse con un sorriso appena accennato: -"Se lei non ti ha detto nulla in proposito, allora nemmeno io posso farlo."

  Akihiro la guardò, confuso per un attimo, poi annui senza insistere.

  Ayumi tornò a guardare avanti, facendo un respiro profondo per calmare il battito impazzito nel petto. Doveva trattenere quella sensazione, quell'ombra che si insinuava sempre di più nel suo cuore.

  Poco dopo, arrivarono davanti al bowling. Gli altri erano già lì, ad aspettarli.

  Dopo essersi salutati, entrarono nel locale. Le luci al neon coloravano l'atmosfera con sfumature vivaci, mentre il suono delle bocce che colpivano i birilli riempiva l'aria con un'energia contagiosa. L'odore leggermente speziato delle patatine fritte che proveniva dal piccolo bar accanto, aggiungendo un tocco familiare all'ambiente.

  Gli occhi di Akihiro si spostarono da una corsia all'altra, osservando il via vai di persone che si sfidavano ridendo. Anche i suoi amici sembravano entusiasti. Souta senza perdere tempo, si avviò subito verso una delle postazioni, allungando le braccia con impazienza come se non vedesse l'ora di giocare.

  -"Vado a prendere i biglietti con Ayumi" disse Aoi, prendendo dolcemente la mano dell'amica per trascinarla con sè verso la reception.

  Nel frattempo, Akari e Akihiro rimasero soli per qualche istante. Lei si avvicinò un pò, abbassando appena la voce per chiedere:

  -"Avete parlato, tu e Ayumi, durante il tragitto?"

  Akihiro annuì senza esitazione. -"Sì."

  Akari lo fissò per un attimo, poi si limitò a sorridere. -"Sono contenta."

  Non aggiunse altro, e Akihiro la osservò, percependo un velo di esitazione nel suo sguardo. Sembrava che volesse dire qualcosa di più, ma che, per qualche motivo, stesse trattenendosi.

  Dopo qualche secondo di silenzio, fu lui a prendere la parola.

  -"Posso chiederti una cosa?" disse, inclinando leggermente la testa.

  Akari si voltò verso di lui, sorpresa. -"Dimmi"

  Akihiro esitò per un istante, poi parlò con sincerità:

  -"Perchè hai voluto che ti chiamassi per nome, così senza problemi?"

  Per un attimo, Akari lo guardò con un' espressione che mescolava sorpresa e malinconia. Il suo sorriso divenne leggermente più debole. Poi, distolse lo sguardo e rispose con voce pacata:

  -"Perchè mi trovavo meglio così."

  Era una risposta semplice, forse fin troppo, ma Akihiro percepì che dietro quelle parole c'era qualcosa di più profondo.

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  -"Se c'è qualcosa che ti pesa... io sono qui, lo sai" aggiunse lui, cercando il suo guardo.

  Akari rimase immobile per un attimo, poi i suoi occhi si addolcirono e un piccolo sorriso tornò a illuminarle il viso.

  -"Grazie, Nakahara."

  Prima che potesse aggiungere altro, Aoi e Ayumi tornarono con i biglietti in mano.

  -"Ci siamo!" esclamò Aoi, porgendoli agli altri con entusiasmo.

  Con un nuovo slancio di energia, il gruppo si avviò verso le corsie, pronti a iniziare la loro prima partita.

  La partita aveva finalmente inizio. L'aria era carica di entusiasmo, e i ragazzi si stavano divertendo come non mai. Le bocce rotolavano sulle corsie, i birilli cadevano uno dopo l'altro tra esultanze e qualche smorfia di delusione.

  La sfida era combattuta: Souta era in testa, seguito da Akari, Akihiro, Aoi e, infine Ayumi. Nonostante fosse ultima, Ayumi aveva ancora una possibilità di rimonta.

  Mentre aspettava il suo turno, sentì una mano posarsi delicatamente sulla sua spalla.

  -"Forza, puoi ancora vincere!" le disse Akari con un sorriso incoraggiante. -"Basta trovare il giusto angolo e un po' di determinazione."

  Ayumi la guardò. un po' esitante, ma alla fine annuì.

  -"Va bene... ci proverò."

  Akari le sussurrò qualche consiglio sulla postura e sulla direzione del tiro, poi Ayumi prese la palla con entrambe le mani e si diresse verso la linea di tiro.

  Inspirò profondamente, posizionandosi con attenzione. I suoi occhi si fissarono sul birillo centrale. Doveva concentrarsi.

  Con un movimento fluido, fece oscillare il braccio e lasciò andare la palla.

  Un attimo di silenzio.

  La boccia rotolò lungo la corsia, veloce e precisa. Colpì in pieno il birillo centrale, innescando una reazione a catena che fece crollare tutti gli altri.

  Strike!

  Per un secondo Ayumi rimase immobile, come se non credesse a ciò che avesse appena fatto. Poi il boato di esultanza dei suoi amici la riportò alla realtà.

  -"Grandioso, Ayumi!" esclamò Akari, battendole il cinque.

  Gli alti applaudirono, mentre un sorriso spontaneo si allargava sul suo viso. Aveva superato Aoi in classifica.

  Ora toccava a Souta.

  Akihiro lo fissò con un sorriso divertito. -"Beh, direi che ormai hai già vinto, no?"

  Souta incrociò le braccia e con un sorriso accompagnato da una smorfia disse:

  -"Guardami bene, Akihiro. Ti darò una lezione di stile!"

  Si posizionò con sicurezza, prese la boccia e la fece scivolare lungo la corsia con un movimento deciso.

  Ma qualcosa andò storto.

  La palla prese una traiettoria insolita, colpì i birilli, ma ne lasciò in piedi quattro.

  Un gemito di delusione sfuggì dalle labbra di Souta, che si mise una mano tra i capelli. -"Nooo! Ma dai!"

  Akihiro incrociò le braccia, trattenendo a stento una risata. -"Te l'avevo detto!"

  Souta lo guardò storto per un attimo, poi scoppiò a ridere anche lui.

  Ora era il turno di Aoi.

  Afferrò la palla con un certo nervosismo, ma quando sentì un incoraggiamento familiare, si voltò di scatto.

  -"Vai, Aoi! Dai il massimo!"

  Era Akihiro.

  Per un attimo, il suo cuore ebbe un piccolo sussulto. Si voltò leggermente, e quando i loro sguardi si incrociarono, sorrise timidamente.

  Fece un respiro profondo e lanciò la palla.

  Colpì i birilli con precisione, ma uno rimase in piedi.

  Ci fu un applauso generale. Aoi, un po' delusa ma comunque felice, si avvicinò ad Akihiro.

  -"Grazie per il tifo" gli disse, abbassando un po' lo sguardo.

  Akihiro, leggermente imbarazzato, si grattò la nuca. -"Sei stata bravissima."

  Aoi si illuminò di colpo, le guance leggermente arrossate. Fece un piccolo cenno con la testa e tornò dagli altri.

  Ora toccava ad Akari.

  Lei afferrò la boccia con sicurezza e si voltò verso i suoi amici con un sorriso spavaldo.

  -"Vi avverto... questo sarà uno strike perfetto!"

  Senza esitazione, fece scorrere la palla sulla corsia.

  Sembrava aver preso una traiettoria strana, ma all'ultimo momento deviò leggermente e colpì i birilli nel punto esatto per farli cadere tutti.

  Strike!

  Akari si voltò con un sorriso soddisfatto, accogliendo gli applausi e i complimenti dei suoi amici.

  -"Visto?" disse, incrociando le braccia con aria vittoriosa.

  Ora toccava ad Akihiro, l'ultimo battitore.

  Si alzò dalla sua postazione con un respiro profondo. Sentiva l'attenzione di tutti su di lui, il parlare dietro le sue spalle si fece più forte. Souta lo incitava con battute scherzose, Ayumi lo osservava con curiosità, mentre Aoi e Akari gli facevano un sincero tifo.

  Sentiva la pressione.

  Afferrò la boccia con entrambe le mani, sentendo il peso. L'ansia gli stringeva un po' lo stomaco, ma non poteva lasciarsi sopraffare.

  Si posizionò con attenzione, fissò i birilli davanti a sè e, senza pensarci due volte, fece scorrere la palla lungo la corsia.

  Silenzio.

  Tutti trattennero il fiato mentre la boccia rotolava velocemente, dritta verso il bersaglio. Colpì con forza il gruppo di birilli, che crollarono uno dopo l'altro...

  Tranne uno.

  Akihiro rimase per un istante immobile, poi sorrise. Non era uno strike, ma era comunque un ottimo tiro.

  Alle sue spalle, gli amici esplosero in un applauso.

  -"Sei andato alla grande!" esclamò Aoi, rivolgendogli un sorriso sincero.

  Akihiro si voltò verso di lei, colto di sorpresa. Sentì il calore salire alle guance mentre si grattava nervosamente la nuca.

  -"Grazie..." mormorò, visibilmente imbarazzato.

  Tornò a sedersi, mentre la partita proseguiva.

  Dopo una lunga partita, si arriva al tiro finale. Il tiro decisivo.

  Toccava ad Akari.

  La classifica era quasi definitiva, mancava solo il suo punteggio per stabilire il vincitore. Bastava che rimanessero in piedi due birilli e avrebbe portato a casa la vittoria.

  Souta, sperando in un suo errore, incrociò le dita con un sorriso ironico. Gli altri, invece, la incoraggiavano con entusiasmo.

  Akari si avvicinò con sicurezza al punto di battuta.

  L'adrenalina scorreva nelle sue vene, il tifo alle sue spalle la faceva sorridere, ma sentiva anche l'ansia del momento.

  inspirò profondamente. Chiuse per un istante gli occhi, poi li riaprì fissando il bersaglio.

  Si posizionò, fece oscillare il braccio e lasciò andare la boccia.

  Il tempo sembrò rallentare.

  Tutti seguirono con lo sguardo la palla che rotolava veloce sulla corsia, fino a colpire i birilli.

  Un tonfo.

  I birilli caddero uno dopo l'altro... ma uno rimase in piedi.

  Akari si fermò per un attimo, poi un sorriso vittorioso le illuminò il volto.

  Aveva vinto.

  i suoi amici esplosero in un applauso mentre lei alzava le braccia al cielo con un misto di sorpresa e soddisfazione.

  La classifica finale era stabilita: il podio rimaneva invariato, ma il primo posto apparteneva ufficialmente ad Akari.

  Lei si voltò verso i suoi amici con un sorriso trionfante. -"Ve l'avevo detto!" esclamò, posando le mani sui fianchi.

  Souta si mise le mani tra i capelli, sospirando. -"Non ci credo... ho perso!"

  -"Però te la sei cavata bene!" lo rincuorò Akihiro, ridendo.

  Souta scrollò le spalle, poi sorrise. -"Già, è stato comunque divertente!"

  E così tra risate, battute e sorrisi, la partita si concluse. Il sole filtrava dalle vetrate del bowling, illuminando i volti felici dei ragazzi.

  Quella giornata era solo l'inizio, ma una cosa era certa: era un momento che nessuno di loro avrebbe dimenticato tanto presto.

  L'ora di pranzo era arrivata.

  Dopo essersi asciugati il sudore e sistemati un po', i ragazzi si sedettero nel ristorante accanto alla sala giochi. L'atmosfera era rilassata, ancora carica di energia dopo la partita di bowling.

  Akihiro si appoggiò allo schienale della sedia, osservando gli altri con un sorriso. Erano tutti così sereni, così spensierati.

  Dopo aver ordinato, Aoi si rivolse al gruppo con entusiasmo.

  -"Dobbiamo assolutamente organizzarci più spesso! Sono giornate bellissime."

  Tutti annuirono con un sorriso.

  -"Hai proprio ragione, Aoi!" aggiunse Akari.

  -"Già!" confermò Souta, incrociando le braccia. Poi, con un sorrisetto competitivo, si voltò verso Akari. -"Ma la prossima volta ti batterò, contaci!"

  Akari lo fissò con un'aria divertita, poggiando un gomito sul tavolo e sorreggendo il viso con la mano. -"Oh, davvero? Che carino che sei quando sogni ad occhi aperti."

  Gli altri scoppiarono a ridere, mentre Souta sbuffava, ma con un sorriso compiaciuto.

  Il clima era così leggero, così sincero.

  Akihiro si guardò attorno e, improvvisamente, sentì un'ondata di emozioni travolgerlo. Senza pensarci troppo, parlò a cuore aperto.

  -"Grazie, ragazzi."

  Tutti lo guardarono, sorpresi dal tono improvvisamente serio della sua voce.

  -"Non ho mai passato momenti così belli prima d'ora..." continuò, abbassando leggermente lo sguardo. -"Davvero... grazie."

  Un silenzio carico di emozione riempì per un attimo l'aria. Poi, con naturalezza, Aoi sorrise dolcemente.

  -"Anche noi siamo felici. Grazie di essere diventato nostro amico."

  Souta annuì con convinzione. -"Già! Sei parte del gruppo adesso, non te la scampi più!"

  Akari battè le mani con un sorriso. -"Esatto! Quindi preparati, perchè ti trascineremo in altre giornate come questa!"

  Ayumi, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, abbassò leggermente lo sguardo, stringendo le mani sotto il tavolo. Quelle parole l'avevano toccata profondamente.

  Akihiro si sentì stringere il petto. Era felice. Davvero felice.

  Proprio in quel momento, il cameriere arrivò con i loro piatti, interrompendo l'atmosfera emozionante.

  -"Finalmente si mangia!" esclamò Souta, sfregandosi le mani.

  Tra risate e chiacchiere, iniziarono a gustare il loro pranzo.

  Mentre tutti erano intenti a mangiare, Akihiro si accorse che Ayumi lo stava guardando. Non era un semplice sguardo distratto... era fisso, intenso.

  Fingendo di non accorgersene per non metterla in imbarazzo, continuò a mangiare, ma il cuore gli batteva un po' più forte del solito.

  Dopo pranzo, il gruppo si alzò e si diresse verso la sala giochi.

  Tutti, tranne Ayumi e Akihiro.

  Lei era rimasta indietro, con lo sguardo basso e un'espressione timida.

  Akihiro si fermò e si voltò verso di lei. -"Ayumi?"

  Lei sobbalzò leggermente, poi alzò lo sguardo su di lui.

  -"Che hai?" le chiese con tono dolce, inclinando leggermente la testa.

  Ayumi abbassò di nuovo gli occhi, stringendo il bordo della sua maglietta tra le dita. Poi, con voce bassa e un po' esitante, rispose:

  -"Le parole che hai detto prima... mi hanno resa felice."

  Akihiro rimase colpito da quelle parole. La guardò per un attimo in silenzio, poi sorrise.

  Senza dire nulla, le prese delicatamente la mano.

  Ayumi spalancò leggermente gli occhi, sentendo il calore della sua mano nella sua.

  -"Allora andiamo a divertirci un altro po'." le disse con un sorriso in volto.

  Ayumi lo fissò per un secondo, poi annuì piano, stringendo leggermente la sua mano nella sua.

  Così, insieme, raggiunsero gli altri nella sala giochi.

  Dopo essersi ricomposti dall'imbarazzo, Akihiro e Ayumi si unirono nuovamente agli altri, pronti ad immergersi nei giochi della sala. Le risate riempivano l'aria mentre si sfidavano fra loro, passando da un gioco all'altro con entusiasmo.

  Eppure, Ayumi non riusciva a smettere di pensare al momento in cui Akihiro le aveva preso la mano. Il suo cuore batteva forte ogni volta che riviveva quella scena nella sua mente. Persa nei suoi pensieri, rimase immobile per un istante, con lo sguardo fisso nel vuoto.

  -"Ehi, Ayumi!" esclamò Akari, ridendo, mentre la prendeva per il polso e la trascinava davanti ad una macchina per gli acchiappa-peluche. -"Dai, vediamo se riesci a vincerne uno!"

  Ayumi si scosse e sorrise timidamente. -"Sì... ci provo!"

  Intanto, dall'altra parte della sala, Akihiro e Souta si sfidavano a una gara di guida nei simulatori. L'adrenalina scorreva mentre cercavano di superarsi a vicenda, ma alla fine fu Akihiro ad avere la meglio.

  -"Vincerò io la prossima volta!" esclamò Souta, fingendo di essere offeso.

  Akihiro rise, ancora carico dalla sfida. Poi, insieme, raggiunsero le ragazze.

  Si erano fatte le 16:30 quando decisero di proseguire la giornata al centro commerciale. Una volta usciti dalla sala giochi, iniziarono a camminare per le strade illuminate dal sole che lentamente iniziava a calare.

  Appena arrivati, Akari corse avanti con entusiasmo, lasciando gli altri indietro. -"Ci vediamo dentro!" gridò, sparendo tra la folla.

  Le ragazze si diressero subito verso i negozi di abbigliamento, mentre Akihiro e Souta optarono per un negozio di videogiochi. Il tempo passò in fretta e, dopo un po', i due decisero di raggiungere le ragazze, che stavano ancora scegliendo tra i vestiti.

  Akihiro si appoggiò a una parete, osservandole in silenzio mentre provavano diversi abiti. Quando uscirono dai camerini, vestite con le loro nuove scelte, sia lui che Souta rimasero per un attimo senza parole.

  -"Allora?" chiese Akari con un sorriso compiaciuto, tra la vergogna nell'aria.

  Akihiro si schiarì la gola. -"Vi stanno... benissimo." Il volto rosso, dato dall'imbarazzo che aveva.

  -"Concordo" aggiunse Souta, annuendo.

  Le ragazze sorrisero soddisfatte, ancora con le guance visibilmente rosse dall'imbarazzo, e decisero di acquistare gli abiti.

  Quando uscirono dal negozio, il cielo era ormai scuro e le luci del centro commerciale brillavano attorno a loro. L'aria della sera era fresca e rilassante, ma qualcosa dentro Ayumi bruciava.

  Sapeva che era il momento.

  Senza preavviso, afferrò la mano di Akihiro. Lui sobbalzò per l'improvviso contatto, ma prima che potesse dire qualcosa, lei lo trascinò via dagli altri, dirigendosi verso un negozio più appartato.

  All'interno, il rumore del centro commerciale era ovattato. Solo una commessa sistemava la merce sugli scaffali, lasciandoli praticamente soli.

  Akihiro la guardò con occhi confusi e leggermente imbarazzati. -"Ayumi? Che succede?"

  Lei si voltò verso di lui, il viso completamente arrossato, le mani che si stringevano nervosamente tra loro.

  -"D-devo dirti qualcosa" balbettò, con il cuore che martellava nel petto.

  Akihiro sentì la tensione nella sua voce. Si fece più serio, aspettando che continuasse.

  Ayumi prese un respiro profondo, cercando di dominare l'ansia che la stava soffocando.

  -"S-sai... da quando ti ho conosciuto, ho capito molte cose."

  Akihiro inclinò leggermente la testa. -"Cose?" ripetè, cercando di capire a cosa volesse arrivare.

  Ayumi abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Le parole le si incastravano in gola, ma non poteva più tirarsi indietro.

  -"T-ti ho portato qui perchè... perchè c'è qualcosa che mi tormenta da tempo" continuò, con voce tremante.

  Akihiro avvertì un leggero calore salirgli sulle guance. -"Ayumi..."

  Lei chiuse forte gli occhi per un istante, poi li riaprì, fissandolo dritto negli occhi.

  -"A-Akihiro, io... T-tu m-mi p-pia-"

  Un suono improvviso spezzò la magia del momento.

  Il telefono di Akihiro iniziò a vibrare rumorosamente nella sua tasca, e subito dopo una voce familiare li chiamò da fuori.

  -"Ehi, voi due! Dove siete finiti?"

  Era Souta.

  Ayumi sgranò gli occhi, sentendo il mondo crollarle addosso in un istante.

  Akihiro abbassò lo sguardo sul telefono e poi tornò a guardarla. -"Ayumi..."

  Lei scosse rapidamente la testa, il cuore che batteva così forte da farle male. -"N-non importa" mormorò, cercando di nascondere la sua delusione dietro un sorriso forzato.

  Akihiro la guardò incerto. -"Ma... volevi dirmi qualcosa. Puoi finire la frase?"

  Lei abbassò lo sguardo, stringendo i pugni lungo i fianchi. -"Davvero, non importa..." ripetè, la voce appena un sussurro.

  Akihiro esitò per un attimo, poi annuì lentamente. -"Va bene... se lo dici tu."

  Si voltò per andarsene, raggiungendo Souta che lo stava aspettando. -"Ti aspettiamo fuori, okay?"

  Ayumi annuì debolmente. -"Sì... arrivo subito."

  Non appena Akihiro se ne andò, il peso della realtà la travolse come un'onda.

  Si nascose dietro uno scaffale. portandosi una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo. Le lacrime iniziarono a scendere silenziose lungo le sue guance.

  -"Mi dispiace..." sussurrò tra i singhiozzi soffocati. -"Volevo dirtelo... davvero... ma non ci sono riuscita."

  Sentì il cuore stringersi in una morsa dolorosa. Era stata così vicina. Così vicina a rilevare il tutto. Ma ancora una volta, qualcosa l'aveva fermata.

  Dopo qualche minuto, prese un respiro profondo e si asciugò le lacrime con la manica della maglia. Doveva ricomporsi. Non poteva farsi vedere così dagli altri.

  Con un sorriso forzato dipinto sul volto, uscì dal negozio per raggiungere i suoi amici, nascondendo dentro di sè il peso della sua confessione mancata.

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