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Capitolo 5: Chiarimento

  Capitolo 5: Chiarimento

  Le settimane passavano, e la vita scolastica sembrava tornata alla normalità. Ayumi aveva ripreso il suo solito posto, circondata dai suoi amici, mentre Akihiro continuava a passare le giornate parlando quasi esclusivamente con Souta. Eppure, qualcosa era rimasto sospeso tra loro. Non si erano più parlati. Non seriamente.

  Maggio si avvicinava, e con esso cresceva l'inquietudine di Akihiro. Ogni giorno si diceva che che avrebbe trovato il coraggio di affrontarla, ma il tempo scivolava via senza che riuscisse a muovere un solo passo. Ormai erano trascorse due settimane di sguardi evitati e parole trattenute. Due settimane in cui la loro finta relazione non si era ancora conclusa, lasciandolo in un limbo soffocante.

  L'ultima settimana di aprile, Akihiro decise che non poteva più rimandare. Quel pomeriggio, mentre gli studenti uscivano dall'aula, la cercò con lo sguardo. La trovò poco distante, in compagnia di quel ragazzo. Lo stesso con cui l'aveva vista quella sera.

  Akihiro si fermò, il cuore che gli batteva nel petto come un pugno contro una porta chiusa. Non fece in tempo a decidersi sul da farsi che una voce lo distolse dai suoi pensieri.

  -"Akihiro, posso chiederti una cosa?"

  Souta si era avvicinato, le braccia incrociate e un'espressione più seria del solito.

  -"Cosa c'è?" mormorò Akihiro, senza riuscire a distogliere lo sguardo da Ayumi.

  Souta seguì la direzione dei suoi occhi, poi tornò a fissarlo. -"Come stanno veramente le cose tra voi due?"

  Akihiro sentì un nodo stringergli lo stomaco. Per un attimo, pensò di mentire, ma era stanco. Stanco di fingere, stanco di nascondersi. Abbassò lo sguardo e prese un respiro profondo prima di parlare.

  -"In realtà... non siamo mai stati insieme." La sua voce era flebile, quasi rotta. -"Era tutta una finzione... per far felice mia sorella."

  Souta sgranò gli occhi, incredulo. -"Cosa?"

  Akihiro abbassò le spalle, come se quel peso lo stesse schiacciando. -"All'inizio era solo un gioco, qualcosa di innocuo. Ma poi... tutto è cambiato. Quel giorno, quando Ayumi è venuta a casa mia per cena, volevo parlarle, dirle che non potevamo continuare. Ma quando ho visto quanto fosse felice con la mia famiglia, quando ho visto il modo in cui sorrideva..."

  Si morse il labbro, cercando di trattenere l'emozione che gli stringeva la gola.

  -"Non ce l'ho fatta."

  Souta non disse nulla, lasciando che Akihiro continuasse.

  -"Ero già abbastanza in difficoltà... poi mia madre ha insistito perchè restasse a dormire, e lì ho capito di aver sbagliato tutto. Quando ho visto che Ayumi fosse triste... ho cercato di rincuorarla, ma invece l'ho fatta scappare."

  Un sospiro tremante gli sfuggì dalle labbra. -"E quella sera, sotto la pioggia, ho corso ovunque per cercarla. Ero fradicio, stanco, ma sapevo che dovevo trovarla. Poi quando finalmente l'ho vista..."

  Un amaro sorriso gli curvò le labbra.

  -"Non ero pronto. Lei non era sola. C'era quel ragazzo."

  Souta strinse i pugni. -"E quindi? Non vi siete più parlati?"

  Akihiro scosse la testa. -"No. Anche se avevamo detto che sarebbe durata solo pochi giorni... abbiamo lasciato tutto in sospeso. Come se entrambi aspettassimo che l'altro facesse la prima mossa."

  Souta lo guardò per un lungo istante, poi sospirò pesantemente. -"Sei proprio uno stupido."

  Akihiro lo fissò, confuso. -"Cosa?"

  -"Le cose non si risolvono da sole, Akihiro. Non puoi continuare a evitare il problema sperando che svanisca." Souta gli diede una leggera spinta sulla spalla. -"Vuoi parlarle? Fallo. Ma non restare fermo ad aspettare."

  Akihiro abbassò lo sguardo. -"Lo so..."

  -"Allora muoviti" disse Souta con un mezzo sorriso, mentre il suo autobus si avvicinava.

  Akihiro annuì lentamente, fissando ancora Ayumi in lontananza.

  Quando Souta salì sul bus, lo salutò con un cenno della mano e un' ultima frase. -"Non fare altre cavolate, ok?"

  Akihiro rimase lì, sotto il cielo che iniziava a tingersi di rosso per il tramonto.

  Questa volta... non poteva più scappare.

  Nonostante tutto, decise che la scuola non era il posto giusto per affrontare l'argomento. Non voleva attirare attenzioni indesiderate, nè rischiare di rovinare ulteriormente la situazione. Così, una volta tornato a casa, si sedette sul letto, prese il telefono e con un sospiro profondo digitò un messaggio:

  -"Dobbiamo parlare."

  Premette invio e rimase a fissare lo schermo. Il tempo scorreva lentamente. Secondi, minuti, mezz'ora... ma la risposta non arrivava.

  Si sentiva uno stupido. Davvero un semplice "Sì" aveva causato tutto questo?

  Il pensiero lo tormentava. Aveva ferito Ayumi? O forse era lui quello ferito? Non sapeva più cosa pensare. Incapace di aspettare ancora, decise di chiamarla.

  Il segnale squillò una, due, tre volte... Poi, finalmente, la sua voce risuonò dall'altro lato della linea.

  -"Pronto?"

  Akihiro deglutì cercando di non far tremare la voce. -"Possiamo parlare? Da soli."

  Ayumi rimase in silenzio per qualche secondo. Lui poteva quasi immaginarla, con il telefono stretto tra le mani, indecisa se accettare o meno.

  -"Va bene..." rispose infine con un filo di voce. -"Passa a casa mia per le sette."

  Akihiro tirò un sospiro di sollievo. -"Okay. Grazie."

  La chiamata si interruppe. Non c'era stato bisogno di aggiungere altro.

  Alle sette in punto, Akihiro si trovava davanti alla porta di casa di Ayumi. Il cuore gli batteva forte. Fece un respiro profondo e bussò.

  La porta si aprì quasi subito. Ayumi apparve sulla soglia, con un'espressione indecifrabile. -"Entra. Di cosa volevi parlarmi?"

  Akihiro abbassò lo sguardo, entrare in quella casa di nuovo gli rimase una strana sensazione addosso. Mentre camminavano verso la cucina, disse: -"Prima di tutto... volevo scusarmi."

  Ayumi lo fissò sorpresa.

  -"Non volevo che finisse così" continuò lui, la voce tremante. -"Non così."

  I suoi occhi si fecero lucidi, e prima che potesse fermarle, alcune lacrime iniziarono a scendere lungo le guance.

  Ayumi si sentì strana a vederlo in quello stato. Fino a quel momento aveva sempre pensato che Akihiro fosse quello più distaccato, quello meno coinvolto... ma ora si rendeva conto che forse si era sbagliata.

  Abbassò lo sguardo. -"Forse... la colpa è stata mia. Non ho pensato abbastanza alle cose."

  Akihiro la guardò, confuso.

  -"Tu sei appena arrivato qui. Non conoscevi nessuno... e io ho preso una decisione avventata, senza pensare a come potesse influenzarti."

  Lui scosse la testa. -"Non è colpa tua, Ayumi. Quel giorno... quando mi hai chiesto se mi piacesse Aoi... ho risposto senza pensarci. Ma quando sei andata via, ho capito quanto ci tenevo davvero a questa nostra... relazione, per quanto finta fosse."

  Si passò una mano tra i capelli, nervoso. -"Ti ho cercata ovunque quella sera. Ho corso sotto la pioggia senza fermarmi un attimo, ho girato la città... e quando finalmente ti ho trovata..."

  Si fermò, come se pronunciare quelle parole fosse troppo difficile. Poi, con un filo di voce aggiunse: -"Eri al bar. Con lui."

  Ayumi sentì un piccolo senso di colpa stringerle lo stomaco. -"Mi dispiace..."

  Poi, con un sospiro, aggiunse: -"Ma lui è solo il mio migliore amico. Era lì per supportarmi."

  Akihiro la guardò sorpreso. -"Davvero?"

  Lei annuì. -"Sì. è sempre stato dalla mia parte."

  Un silenzio cadde tra loro. Poi Ayumi sembrò esitare, come se dovesse dire qualcosa di importante.

  -"Akihiro... il primo giorno di scuola, ti sei scontrato con qualcuno, giusto?"

  Lui la guardò, confuso dalla domanda inaspettata. -"Sì... ma come lo sai?"

  Ayumi strinse i pugni.

  -"Perchè... quel ragazzo e quella ragazza..."

  This tale has been unlawfully lifted from Royal Road; report any instances of this story if found elsewhere.

  Fece un respiro profondo, prima di alzare lo sguardo e dirlo chiaramente.

  -"Eravamo io e lui."

  Le parole di Ayumi furono come una lama affondata nel cuore di Akihiro. Era per quello, allora? Per quel piccolo, insignificante incidente del primo giorno di scuola? Si sentì morire interiormente. Forse era per questo che Ayumi si era avvicinata a lui così in fretta, per senso di colpa?

  Si costrinse a guardarla negli occhi e con voce spezzata chiese:

  -"è per questo motivo che ti sei comportata così bene con me?"

  Ayumi rimase immobile. Per un lungo istante, il silenzio tra loro divenne insopportabile. Poi, con un filo di voce rispose:

  -"Non solo per quello..." abbassò leggermente lo sguardo, quasi imbarazzata. -"Volevo che ti sentissi a casa. E... volevo essere tua amica."

  Akihiro sentì un'ondata di emozioni travolgerlo. Non riusciva a descrivere quello che provava, ma in qualche modo... si sentì grato.

  La guardò e sorrise, con gli occhi ancora umidi. -"Grazie... davvero. Grazie per tutto questo, Ayumi."

  Ripetè quelle parole più volte, quasi temendo di non averle detto abbastanza. -"Se non fosse stato per te, non avrei mai iniziato a conoscere questa città."

  Ayumi sentì il nodo alla golo sciogliersi e, senza riuscire più a trattenersi, lasciò cadere le lacrime.

  Poi, tra i singhiozzi, chiese: -"Quindi... questa è la fine della nostra relazione? Del tutto?"

  Akihiro abbassò lo sguardo. Sentiva il peso della risposta schiacciarlo. Per un attimo rimase in silenzio, poi con un sospiro profondo rispose: -"Sì."

  Quelle tre lettere misero un punto a tutto. Entrambi rimasero lì, fermi, a guardarsi con gli occhi lucidi, ripensando ai momenti trascorsi insieme. Nonostante tutto era stato bello. Avevano condiviso qualcosa di unico, e lasciarlo andare non era semplice.

  Dopo un attimo di esitazione, Akihiro si fece forza e aggiunse con un sorriso triste:

  -"Ma... questo non cambia nulla. Sei sempre la benvenuta a casa mia. Da oggi, sei la mia migliore amica."

  Ayumi sgranò gli occhi, colpita da quelle parole. Poi, improvvisamente, si alzò di scatto e lo abbracciò forte.

  -"Grazie, Akihiro."

  Lui ricambiò l'abbraccio, stringendola a sè, sentendo il calore di quell' amicizia che, nonostante tutto, non si era spezzata.

  Dopo essersi asciugata gli occhi, Ayumi si staccò leggermente.

  Akihiro la guardò e, cercando di spezzare la malinconia, chiese con un sorriso:

  -"Ti va di venire a casa mia? Magari passiamo un po' di tempo con Hana. Ti farà bene distrarti un po'."

  Ayumi lo guardò con affetto ma scosse la testa. -"Ti ringrazio, ma stasera ci sono i miei genitori... voglio stare un po' con loro."

  Akihiro annuì, comprendendo la sua scelta. -"Hai ragione. è giusto così."

  Con un ultimo, lungo abbraccio, si salutarono.

  -"Uno di questi giorni passerò a casa tua." disse Ayumi con un piccolo sorriso.

  Akihiro annuì. -"Ti aspetterò."

  Con un ultimo cenno, Akihiro si voltò e si incamminò verso casa.

  Finalmente, la situazione era stata risolta.

  Il venerdì mattina, Akihiro si svegliò con un'energia diversa. Per la prima volta dopo tanto tempo, sentiva il cuore leggero. Mentre si dirigeva a scuola, un sorriso involontario si formò sul suo volto.

  Appena vide Souta all'ingresso, quest'ultimo incrociò le braccia e lo squadrò con un'espressione soddisfatta.

  -"Quindi? Avete risolto?" chiese con tono curioso.

  Akihiro annuì, lasciando trasparire un senso di sollievo. -"Sì"

  Souta sorrise. -"Era giusto farlo, per il bene di entrambi."

  Mentre camminavano verso l'entrata, notarono una figura familiare ad attenderli: Akari.

  I due proseguirono senza pensarci troppo, ma la voce squillante della ragazza lì fermò.

  -"Ehi, voi due!" chiamò con il solito entusiasmo.

  Si avvicinò con passo leggero e, senza troppi giri di parole, disse:

  -"Sto organizzando un'uscita con Aoi, Ayumi, voi due e me. Dopotutto, siamo le persone con cui Akihiro ha interagito di più."

  Akihiro la guardò sorpreso. Un'uscita? Con tutti loro?

  Akari, come se avesse letto i suoi pensieri, aggiunse:

  -"So quello che è successo con Ayumi... e mi sembrava giusto fare qualcosa per ristabilire i rapporti, questa volta come amici."

  Akihiro sentì una strana sensazione crescere dentro di lui. Era così semplice? Essere invitato a uscire... stare con gli altri...

  Un nodo si formò in gola mentre abbassava leggermente lo sguardo. -"Non mi succedeva da anni..." sussurrò.

  Poi, con più forza, alzò la testa e sorrise con sincera gratitudine.

  -"Grazie, Fujimoto-san. Ci sarò."

  Akari si avvicinò a lui e, con un tono più dolce, disse:

  -"Tranquillo, puoi anche chiamarmi per nome. Per il resto mi dispiace, però ora ci siamo noi!"

  Akihiro la guardò negli occhi. Non sapeva perchè, ma sentì l'impulso di abbracciarla. E lo fece.

  Akari arrossì leggermente e rimase sorpresa, ma non si tirò indietro. Ricambiò il gesto senza dire una parola.

  -"Ma dai! Non è giusto!" esclamò all'improvviso Souta, incrociando le braccia con finta gelosia. -"Anche io voglio un abbraccio di Akari!"

  Akari rise, staccandosi da Akihiro. -"Sciocco! Dai, andiamo in classe."

  Con quel piccolo momento di leggerezza, entrarono in aula.

  Quando Akihiro si sedette al suo posto, sentì uno sguardo su di sè. Si voltò leggermente e vide Ayumi.

  Lei lo osservava con attenzione... e quando notò il suo sorriso, senza nemmeno accorgersene, sorrise anche lei.

  Durante la lezione, Akihiro sentì qualcuno chiamarlo a bassa voce.

  -"Akihiro."

  Si girò di scatto, colto alla sprovvista. Era Aoi.

  Imbarazzato, la guardò con occhi leggermente spalancati. -"S-sì? Che succede?"

  Aoi sorrise, poggiando il mento sulla mano.

  -"Volevo solo sapere se hai accettato l'invito di Akari."

  Akihiro si rilassò e annuì con entusiasmo. -"Sì! Mi ha fatto davvero piacere che mi abbiate invitato."

  Aoi lo fissò per un attimo, quasi sorpresa dalla sincerità delle sue parole. Poi abbassò leggermente lo sguardo, sorridendo.

  -"Mi fa piacere anche a me" disse.

  Dopo un breve silenzio, Akihiro chiese con curiosità:

  -"Ma... quando e dove ci vediamo?"

  Aoi rise. -"Non abbiamo ancora deciso. Più tardi ti aggiungerò in un gruppo, così possiamo metterci d'accordo."

  Akihiro sorrise e annuì. Continuò a seguire la lezione ripensando all' uscita. Si sentiva una strana emozione salire dentro di lui.

  Arrivata l'ora di pranzo, Akihiro uscì dall'edificio scolastico, dirigendosi verso l'area all'aperto per mangiare in tranquillità. Il cielo era sereno, con qualche nuvola sparsa, e una leggera brezza gli accarezzava il viso. Souta, quel giorno, era andato a parlare con un professore per chiarire alcuni dubbi sugli ultimi argomenti trattati in classe, quindi Akihiro era solo.

  Si sedette su una panchina familiare. Era il posto dove si sedeva spesso con Ayumi. Lo guardò per un attimo, lasciandosi trasportare dai ricordi. I momenti felici passati lì, le risate, le chiacchiere leggere... ma anche quelli più difficili, le discussioni, le tensioni. Un nodo gli si formò in gola, ma scosse la testa e si concentrò sul pranzo.

  Proprio in quel momento, sentì dei passi avvicinarsi. Una figura familiare si sedette accanto a lui.

  -"Ehi... come stai?"

  La voce di Ayumi era dolce, ma c'era un lieve tremolio nascosto dietro. Quando Akihiro si voltò verso di lei, notò il leggero rossore sulle sue guance e con un sorriso timido sul volto. Rimase sorpreso, ma ormai stava imparando a controllare le proprie emozioni quando si trattava di lei. Dopo un attimo di esitazione, le rispose con sincerità:

  -"Sto bene... Sono felice che abbiamo chiarito."

  Ayumi abbassò leggermente lo sguardo, poi sorrise. -"Anche io."

  Un silenzio confortevole calò tra loro. Non era il silenzio imbarazzato di prima, quando non sapevano cosa dirsi. Era un silenzio diverso, più leggero, come se entrambi stessero finalmente facendo pace con il passato.

  Poco dopo, si sentirono delle voci allegre avvicinarsi.

  -"Oh, siete già qui!"

  Akari si sedette accanto ad Akihiro con la solita energia, seguita da Aoi e Souta, che nel frattempo era tornato.

  Il gruppo si salutò, ognuno con un'espressione rilassata e felice. Akihiro si guardò intorno, osservando le persone che aveva vicino. Un sorriso sincero gli si dipinse sul volto. Finalmente, aveva trovato un gruppo di amici con cui stare davvero bene.

  Dopo qualche minuto di conversazione, Aoi si schiarì la voce e propose:

  -"Visto che siamo tutti qui, perchè non decidiamo dove andare per l'uscita?"

  -"Ottima idea!" esclamò Akari, tirando fuori il telefono per cercare qualche posto interessante.

  Gli altri fecero lo stesso, scrollando tra le varie proposte. Dopo qualche discussione, trovarono un posto perfetto: Un bowling che aveva anche una sala giochi e un ristorante.

  -"Sembra divertente!" disse Souta, annuendo convinto.

  -"Deciso allora! Ci andiamo domenica?" propose Ayumi.

  Dopo qualche secondo di riflessione, tutti annuirono entusiasti.

  -"Perfetto! Possiamo andarci di mattina, mangiare lì a pranzo e poi magari fare un salto al centro commerciale il pomeriggio." aggiunse Aoi con un sorriso.

  L'accordo era fatto. Mentre la campanella annunciava la fine della pausa, i ragazzi si alzarono e iniziarono a dirigersi verso la classe. Akihiro camminava con un passo leggero, con un senso di serenità che gli mancava da tempo.

  Quel pranzo, infondo, non era stato solo un semplice pasto. Era stato l'inizio di qualcosa di nuovo.

  Alla fine delle lezioni i ragazzi si salutarono uno dopo l'altro, lasciandosi con sorrisi e battute leggere. Mentre Akihiro si incamminava verso casa, l'idea dell' uscita di domenica gli dava una sensazione di leggerezza.

  Mentre camminava, alzò un pugno in aria, con un sorriso soddisfatto.

  -"Non vedo l'ora!" disse tra sè, accelerando il passo.

  Una volta entrato in casa, venne accolto da Hana, che lo guardò con curiosità.

  -"Oh, sei tornato! Dov'è Ayumi?" chiese con innocenza.

  Akihiro sentì il cuore stringersi per un attimo. Quel nome, pronunciato così all'improvviso, lo fece sentire nuovamente vulnerabile. Abbassò leggermente lo sguardo, rimanendo in silenzio per qualche secondo. Poi, con voce calma ma piena di tristezza, rispose:

  -"Ci siamo lasciati. è stata una scelta per il nostro bene... ma siamo rimasti in buoni rapporti. Lei può venire qui quando vuole."

  Hana rimase immobile per un istante, poi il suo volto si rattristò.

  -"Sul serio...?" mormorò, abbassando le spalle. Sembrava che la notizia l'avesse colpita più di quanto Akihiro avesse previsto. Dopo qualche secondo, però, il suo sguardo si illuminò e, senza pensarci troppo, chiese:

  -"Allora posso invitarla a casa oggi?"

  Akihiro sospirò, accennando un sorriso stanco.

  _"è tardi, Hana. Al massimo domani."

  La sorellina annuì immediatamente, quasi come se non volesse dargli il tempo di cambiare idea.

  -"Allora lo devi fare!" insistette con energia.

  Akihiro non potè fare a meno di ridere piano.

  -"Va bene, va bene... le scrivo adesso."

  Prese il telefono e inviò un messaggio ad Ayumi, invitandola a casa per il giorno dopo. Non passò molto prima che arrivasse la risposta.

  -"Davvero? Certo che vengo! A che ora?"

  Akihiro sorrise vedendo l'entusiasmo nelle sue parole.

  -"Hana ti vuole qui dalla mattina, ma puoi venire anche di pomeriggio se vuoi."

  -"Va bene la mattina!" rispose velocemente Ayumi.

  Hana, che era rimasta a fissarlo in attesa della conferma, esplose di gioia non appena lui le riferì la risposta.

  -"Evviva!" esclamò, correndo a dirlo alla mamma.

  Akihiro la osservò allontanarsi con un' espressione divertita, poi si diresse in camera sua. Si sedette sul letto e, senza pensarci troppo, prese un libro dalla libreria. Era un libro sull'amore che aveva conservato da tempo, ma che non aveva mai avuto il coraggio di leggere sul serio.

  Mentre sfogliava le pagine, la porta si aprì lentamente. Sua madre entrò con un'espressione dolce.

  -"Va tutto bene tre te e Ayumi, anche se vi siete lasciati?" chiese con voce premurosa.

  Akihiro la guardò e sorrise, cercando di rassicurarla.

  _"Sì, va tutto bene." Sua madre lo osservò per un attimo, come se volesse dire qualcosa di più, ma alla fine annuì con un piccolo sorriso.

  -"Va bene, allora. Io e tuo padre lavoriamo fino a tardi stasera."

  -"Ok, ci vediamo domani."

  La madre gli accarezzò la testa con affetto prima di uscire dalla stanza.

  Quella sera, Akihiro mantenne la promessa fatta ad Hana. I due si addormentarono insieme, come quando erano più piccoli.

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